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Dentifricio o gocce? Come dare il fluoro ai più piccoli, le nuove linee guida del Ministero

Fluoro sì, fluoro no per prevenire la carie. Da che età lavare i denti. Quale dentifricio usare. Quando andare dal dentista. La prevenzione della salute orale nei bambini piccoli è una questione molto dibattuta tra pediatri, odontoiatri e genitori. A fare chiarezza sono arrivate le nuove linee guida per la prevenzione della salute orale in età evolutiva, approvate dal Ministero della Salute. La novità principale è che viene riconosciuta la maggiore efficacia del fluoro ad azione locale, in pratica, con il dentifricio rispetto a quello somministrato per via sistemica (in gocce o pastiglie).

Se finora l’indicazione era di non usare dentifrici fluorati fino ai tre anni di età, ricorrendo invece alla fluoroprofilassi per bocca, adesso l’uso dello spazzolino viene consigliato fin dai 6 mesi, in alternativa o in aggiunta agli integratori. Ecco dunque che cosa dicono le nuove raccomandazioni.
Dai 6 mesi ai 6 anni si può usare un dentifricio contenente almeno mille ppm (parti per milione) di fluoro, 2 volte al giorno, con una quantità pari alla grandezza di un pisello. Se risulta difficile lavare i denti ai piccoli e per i bimbi ad alto rischio di carie si può ricorrere alle formulazioni in gocce o pastigliette, seguendo queste dosi: dai 6 mesi ai 3 anni 0,25 mg al giorno di fluoro in gocce; da 3 a 6 anni 0,50 mg al giorno di fluoro in gocce o pastiglie.

Dopo i 6 anni non c’è scelta: bisogna lavare i denti. Fin qui la teoria. Ma è possibile mettere in pratica queste indicazioni? Due le difficoltà: insegnare a lavare i denti correttamente a un bambino piccolissimo e rispettare i due appuntamenti quotidiani, dato che la maggior parte dei piccoli mangia a scuola. «Le Linee guida danno un indirizzo generale, chiarisce Laura Strohmenger, professore ordinario di odontoiatria e protesi dentaria all’Università degli Studi di Milano, che ha partecipato alla stesura del documento. Deve essere poi il pediatra a fornire indicazioni alla famiglia. Solo la conoscenza del singolo bambino, infatti, può dirci quando è bene cominciare a lavare i denti. Fino ad allora è necessario somministrare al bambino il fluoro per via sistemica ed eventualmente è possibile spazzolare i denti con un dentifricio senza fluoro. Se c’è una forte predisposizione alla carie si può associare all’uso del dentifricio fluorato una dose minima di fluoro in gocce».

A volte i genitori temono che il bambino possa ingerire troppo fluoro e si ammali di fluorosi , un’intossicazione che si manifesta con macchie bianche sullo smalto dei denti. «Un rischio che in Italia è praticamente inesistente, rassicura Strohmenger, dato che sia le acque degli acquedotti, sia quelle minerali contengono bassissime quantità di fluoro». C’è chi pensa che le nuove Linee guida arrivino con troppo ritardo. «L’Italia si allinea a ciò che all’estero si sa da anni; eravamo l’unico Paese a consigliare ancora la somministrazione di fluoro per via sistemica ? dice Roberto Ferro, direttore dell?Unità di odontoiatria dell?Azienda Ulss dell?Alta Padovana ?. Nel 1992 andai a un congresso a Helsinki, dove i colleghi stranieri mi fecero notare che erano ormai assodate la poca efficacia del fluoro per via sistemica e l’indicazione di privilegiare l’utilizzo del dentifricio fin da piccolissimi». Secondo le nuove Linee guida, il fluoro in gocce o pastiglie va comunque somministrato a bimbi con rilevanti problemi di carie. «Alcuni bambini sono più predisposti a questa malattia, spiega Ferro, e non si è ancora capito perché».

Secondo dati dell’Organizzazione mondiale della Sanità, nel 2006 in Italia la carie colpiva circa 120 mila bambini di 4 anni (il 21,6% del totale) e ben 250 mila dodicenni. Numeri che secondo la professoressa Strohmenger potrebbero essere confermati quest’anno, quando sarà pubblicato il nuovo report. «La prevenzione deve essere più diffusa, oggi viene fatta bene solo da pochi» spiega l’esperta. Ma perché vengono le carie? «Tra i maggiori fattori di rischio vi sono la quantità, la frequenza e la consistenza dei carboidrati fermentabili consumati lontano dai pasti, la scarsa igiene orale e un apporto non ottimale di fluoro» dice la presidente della Società italiana di odontoiatria infantile, Raffaella Docimo, professore di Odontoiatria pediatrica e igiene dentale all’Università Tor Vergata di Roma. Il pediatra ha un ruolo fondamentale nella cura della salute orale dei bambini. «Il medico curante deve valutare caso per caso il momento adatto per una visita specialistica, spiega Marina Picca, presidente della Società italiana delle cure primarie pediatriche. Ed è bene ricordare l?importanza di curare i denti da latte, per evitare il dolore, la presenza di focolai infettivi che possono danneggiare i denti e per ridurre il rischio di carie ai denti permanenti».

Fonte: Corriere della Sera, 23 febbraio 2014

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