L’AIFA ha autorizzato l’utilizzo della tossina botulinica a scopo terapeutico agli odontoiatri. Lo ha fatto su richiesta di POIESIS (Perioral and Oral Integrated Esthetics Scientific International Society) e di SIMEO (Associazione Italiana di Medicina Estetica Odontoiatrica), i cui presidenti Ezio Costa e Antonio Guida hanno lavorato assiduamente per anni per arrivare a questo storico risultato. Sulla “vexata quaestio” riferisce Ezio Costa.
Finalmente è arrivato l’auspicato utilizzo. Diciamo finalmente perché da quanto tempo si parla del problema?
Dalla nascita di POIESIS, nel 2009 ci siamo occupati della grande confusione riguardo ruolo e possibilità di intervento dell’odontoiatra nella regione periorale. In particolare, per quanto riguarda la tossina botulinica, si diceva (società di medicina estetica, pareri interpretativi) che l’odontoiatra non era medico e non poteva usare farmaci non autorizzati per le sue competenze. Noi (in particolare POIESIS e SIMEO) abbiamo sempre sostenuto invece che l’odontoiatra fosse medico (Cass. Civile 22 novembre 2000 n. 15078) e che poteva usare, secondo scienza e coscienza, qualsiasi presidio medico e farmaco (naturalmente nelle sue aree di competenza: i “relativi tessuti” dell’art. 2 della legge 409/’85). Il provvedimento dell’AIFA interviene proprio su questo aspetto.
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Fonte: Bimbi sani e belli_10.2016
Durante la gravidanza capita spesso di soffrirne a causa di cambiamenti ormonali tipici del periodo. Per evitare che il disturbo si trasformi in un problema più serio, occorre dedicare particolare attenzione all’igiene orale.
Tutte le trasformazioni che avvengono durante l’attesa possono favorire la comparsa della gengivite. Durante la gestazione, infatti, si registra un considerevole aumento nel sangue dei livelli ormonali, soprattutto degli estrogeni e del progesterone, sostanze che determinano una dilatazione dei capillari (sottili vasi sanguigni), incrementando la vascolarizzazione gengivale. Alcuni disturbi tipici dei nove mesi, poi, come il reflusso gastroesofageo e le nause mattutine, oltre a modificare la quantità e la qualità della saliva che diventa più acida, portano la donna a mangiare di frequente per contrastare la nausea.
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Foto: Piotr Marcinski/Shutterstock
LA JOLLA, Calif., USA: il mal di testa, e l’emicrania in particolare, sono malattie ampiamente diffuse e hanno il potere di inficiare la qualità della vita di milioni di persone. Una nuova ricerca ha messo in luce come le persone che soffrono di emicrania mostrino un numero significativamente maggiore di microbi nella propria bocca.
Nello studio, i ricercatori hanno isolato batteri da 172 campioni orali e da 1.996 campioni fecali, scoprendo che la maggioranza di loro si divideva tra emicranici e non emicranici. Un’ulteriore analisi dei campioni orali ha messo in luce come i geni che codificano i nitrati, i nitriti e gli enzimi ossido nitrici fossero significativamente più abbondanti nei batteri emicranici.
I composti che contengono i nitrati sono stati identificati come responsabili del mal di testa. Possono trovarsi nel cibo, come la carne e le verdure a foglia verde, e in certe medicine. I batteri orali sono in grado di trasformare i nitrati in nitriti, i quali, una volta in circolazione nel sangue e sotto certe condizioni, possono essere convertiti in ossido.
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“I denti sono importanti”, questa la risposta che si riceve quando si domanda alle persone dei loro denti. La maggior parte degli individui considera infatti la cura della propria bocca più importante di altri ambiti come i capelli o l’abbronzatura.
La ragione è che i denti sono fondamentali per essere in salute e per godere delle cose che ci piacciono, il cibo per esempio, per tutto il corso della vita. In passato la convinzione era che invecchiando si sarebbero persi i denti, uno scenario che ormai non è più comune in quanto anche gli anziani sono in grado di mantenere i propri denti più a lungo che mai, addirittura per tutta la vita.
Tuttavia, quello che molti non sanno è che il rischio di contrarre carie aumenta con l’invecchiamento. Una delle ragioni è da ricercarsi nella bocca secca, risultato dell’utilizzo frequente di farmaci. Circa il 40% delle persone fa uso di almeno un tipo di medicinale che può intaccare i denti. Un’altra ragione è che i nervi all’interno dei denti diventano meno sensibili e quando si avverte il dolore della carie è ormai troppo tardi.
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Il mondo del dentale, come la medicina in generale, è qualcosa di vivo, che non può prescindere dai mutamenti, rapidi e spesso imprevedibili, della società, della tecnologia e della ricerca. Un nuovo studio sull’utilizzo dei farmaci da parte dei medici americani getta luce su un potenziale problema in grado di toccare tutto l’ambito della salute. Riportiamo qui le considerazioni che ne derivano.
Solo la metà dei pazienti americani che contraggono le infezioni più comuni (sinusite, mal di gola e infezioni all’orecchio) ricevono l’antibiotico corretto per la propria condizione, questo lo scenario delineato dallo studio dei Centers for Disease Control e dei Prevention e Pew Charitable Trusts.
Un quadro ancora più preoccupante se si pensa ai dati di un altro studio, risalente solo a pochi mesi prima e sempre a cura dei Centers for Disease Control and Prevention: una prescrizione di antibiotici su tre è inappropriata. Il risultato di questa situazione è la crescita di batteri sempre più resistenti agli antibiotici, sia a causa del numero di prescrizioni sia del tipo di farmaci prescritti.
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Faccette che ricoprono le imperfezioni. Apparecchi invisibili, Esami hitech. Ecco le soluzioni ad hoc che puoi richiedere al tuo dentista.
Hai un dente consumato? Oppure degli spazi fra i denti frontali (i cosiddetti di astemi). La soluzione ideale è la faccetta dentale, che garantisce un ottimo risultato estetico e riduce i rischi per i lente. Per applicarla basta “limare” una percentuale minima di sostanza dentale. Hai un dente devitalizzato? E’ più fragile rispetto agli altri e più a rischio di frattura. Va protetto, ricoprendolo con una corona dentale. Hai i denti storti, ti hanno proposto l’apparecchio ma ti sembra troppo impegnativo. Hai un canino incluso?
Leggi qui l’articolo completo di Donna Moderna_1.11.2016
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Anche quest’anno lo Studio partecipa all’Oral Cancer Day, dal 23 maggio al 24 giugno 2016
Il tumore del cavo orale è una forma di cancro che, nella maggioranza dei casi, colpisce le cellule di rivestimento della bocca. In particolare, si sviluppa più frequentemente sulla lingua, sulla mucosa delle guance, sul pavimento della bocca e sull’orofaringe.
In Italia rappresenta il 7% dei tumori nell’uomo e l’1% nella donna, ma la sua incidenza complessiva è in aumento, così come il tasso di mortalità. Ogni anno si registrano circa 6.000 nuovi casi con una mortalità, a 5 anni dalla diagnosi, di oltre il 70%. E come se ogni tre ore una persona morisse a causa di questa grave patologia.
L’elevato tasso di mortalità è dovuto al fatto che il tumore del cavo orale è troppo spesso scoperto in ritardo. Un’adeguata prevenzione e soprattutto la diagnosi precoce, sono l’unico strumento di cura. Quando il carcinoma è rilevato e curato nella sua fase iniziale, si ottiene infatti una guarigione completa.
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Lo sviluppo dello smalto dei primi denti ha inizio già durante la gestazione a partire dalla quattordicesima settimana e prosegue fina al quarto mese dopo la nascita. Le lesioni dello smalto degli incisivi decidui sono quindi causate con molta probabilità da traumi perinatali o neonati. Il processo fisiologico di mineralizzazione della dentizione permanente viene avviato invece in vicinanza della nascita con i primi molari, e tutti gli elementi dentari, a eccezione dei terzi molari, di solito, iniziano a mineralizzarsi prima del terzo anno di età.
Un eventuale danno dello smalto dei denti è purtroppo permanente, esso influenzerà l’estetica e la predisposizione all’insorgenza di malattie dentali dell’età adulta.
Leggi qui l’articolo completo di Elisir di Salute del 01-04-2016
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NEW YORK, Stati Uniti. Si è scoperto che il rischio di sviluppare il cancro al pancreas è associato a specifici batteri nella bocca. Si spera che la ricerca permetta un trattamento precoce e più preciso della malattia, che è una delle più comuni cause di morte da cancro negli uomini e nelle donne. Ossia più di 40.000 decessi ogni anno nei soli Stati Uniti.
Altri studi hanno dimostrato che i pazienti affetti da cancro del pancreas sono conseguenti vittime della malattia parodontale, di carie e di cattive condizioni di salute orale generali. Pertanto, il gruppo di ricerca della NYU Langone Medical Center si è impegnato nella ricerca di collegamenti diretti tra la composizione dei batteri che causano la malattia orale e il successivo sviluppo del cancro al pancreas.
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SENDAI (Giappone). Ricercatori giapponesi hanno studiato l’associazione tra la scarsa salute orale e la ridotta mobilità negli individui anziani, concludendo che avere pochi denti e in cattivo stato si corre il rischio di una limitazione nei movimenti, soprattutto nei soggetti tra i 65 e i 74 anni. Dall’indagine potrebbe conseguire la promozione di una maggior salute orale evitando che gli anziani rimangano troppo chiusi in casa.
Il gruppo di studio ha utilizzato dati provenienti da un campione di 2.035 uomini e 2.355 donne dai 65 anni in su scelti in base all’abitudine di uscire di casa almeno una volta alla settimana. Dopo un’indagine durata quattro anni 324 (ossia il 7,4%) dei soggetti era costretto in casa, incapaci di muoversi oltre le quattro mura. I soggetti erano quegli stessi che nel 2006 e nel 2010 risposero a due indagini diverse effettuate per corrispondenza.
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