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Qui le notizie più recenti e più curiose dal mondo dei dentisti...e non solo!

Antibiotici: attenzione ad un uso corretto

E’ importante l’utilizzo consapevole degli antibiotici. Usare questi farmaci solo sotto controllo medico per evitare pericolo e problemi futuri.

La resistenza agli antibiotici è divenuta un’emergenza di sanità pubblica, che determina aumento della spesa sanitaria, allungamento dei tempi di degenza, fallimenti terapeutici e aumento della mortalità. Senza antibiotici efficaci, la medicina moderna rischia di tornare indietro ad un’epoca pre-antibiotica, in cui le infezioni rappresentavano la prima causa di morte ed interventi o terapie complesse erano impensabili.

Nella pratica odontoiatrica l’antibiotico è utilizzato nella terapia delle patologie infettive e nella profilassi dei pazienti a rischio. Nella patologia vanno considerati il tipo, la sua sede, gli agenti eziologici responsabili.

Leggi qui l’articolo completo di  Il Secolo XIX del 14.04.2014

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La malattia paradontale più pericolosa della carie

Infezione ai tessuti di sostegno del dente

Si tratta di una infezione che colpisce i tessuti di sostegno del dente determinandone il progressivo riassorbimento fino ad arrivare, nei casi più gravi, alla perdita del dente. La causa di questa malattia è costituita dalla placca batterica, un insieme di microorganismi che si deposita continuamente sulla superficie del dente costituendo un vero e proprio microambiente all’interno del quale vivono centinaia di specie batteriche diverse, presenti in percentuali specifiche, e fra loro riferenti, in ogni essere umano.

Al di sopra di tale insieme, per fisiologici meccanismi salivari, possono posarsi ed addensarsi i sali minerali contenuti nella saliva e nel fluido gengivale: è questo il motivo della costituzione del tartaro.

Leggi qui l’articolo completo del Il Secolo XIX del 21.04.2015

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Le visite dal dentista sono fondamentali nella prevenzione delle carie infantili

JENA, Germania: Uno studio tedesco ha scoperto che i bambini sottoposti a visita odontoiatrica in età infantile, corrono minor rischio di contrarre carie ai denti primari. Lo studio di lungo termine condotto presso l’Ospedale Universitario di Jena ha valutato l’impatto sulla carie della prima infanzia delle prime, regolari visite dal dentista. La ricerca si è basato su un programma di prevenzione mirante ad accrescere la consapevolezza nei genitori sull’importanza dell’igiene dentale dei figli.

Più di 500 famiglie hanno preso parte al programma di prevenzione avviato nel 2009. I genitori sono stati informati sulle misure igieniche da prendere per la bocca dei bambini appena nati da pediatri, ostetriche, assistenti sociali e infermieri in un programma primo del suo genere in Germani, sviluppato in collaborazione con la città di Jena.

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Quale rimedio per il bruxismo?

Stringere i denti è un’abitudine che va corretta per evitare l’insorgenza di disturbi anche importanti.

Il bruxismo è l’abitudine involontaria, e spesso inavvertita, di serrare o digrignare tra loro i denti delle due arcate. Non si tratta di una malattia ma di una parafunzione, cioè tutto ciò che un sistema (in questo caso la bocca) è in grado di fare andando oltre le sue normali funzioni, quando la forza e il numero delle volte in cui stringiamo i denti nell’arco della giornata sono eccessivi.

Questo fenomeno si può presentare da solo o in associazione con altre abitudini viziate, e altre posture non fisiologiche delle labbra e della mandibola

Leggi l’articolo di Elisir di Salute Febbraio 2015

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La perdita dei denti potrebbe rallentare le funzioni del corpo e della mente

Londra, UK: I ricordi e le capacità di deambulazione di adulti che hanno perso tutti i loro denti diminuiscono più rapidamente rispetto a coloro che posseggono ancora alcuni denti, dicono i ricercatori della London’s Global University (UCL). I risultati hanno infatti dimostrato che gli edentuli hanno risultati peggiori del 10 per cento nei test di memoria e di camminata veloce rispetto alle persone ancora dotate di denti.

Lo studio ha preso in considerazione 3. 166 adulti, di età uguale o maggiore di 60 anni, partendo dall’indagine English Longitudinal Study of Ageing (ELSA) e confrontando le loro prestazioni mnemoniche e di camminata veloce. L’associazione tra memoria e edentulia è stata spiegata dopo aver correlato i risultati con una vasta gamma di fattori, tra cui le caratteristiche sociodemografiche, i problemi di salute, il benessere fisico, comportamenti salutistici o no (es. fumare e bere), depressione, biomarcatori rilevanti e particolari status socioeconomici. Tuttavia, dopo aver calibrato i risultati in base a tutti i possibili fattori, le persone edentule hanno un passo leggermente più lento rispetto a coloro che sono ancora forniti di denti. Questo collegamento tra gli adulti più anziani inglesi in procinto di perdere i denti naturali e una diminuzione della memoria, oltre alla limitata funzione fisica, appare più evidente negli adulti di età compresa tra 60 e 74 anni rispetto a quelli di età superiore ai 75 anni.

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Valutazione clinica degli agenti sbiancanti professionali al 6% e al 25% di perossido di idrogeno su denti vitali

Il sorriso è diventato, nelle civiltà occidentali, sinonimo di benessere e status sociale. L’interesse per ritocchi di inestetismi in odontoiatria viene confermato dall’aumento di richieste di tali trattamenti, che hanno avuto incrementi significativi nell’ultimo decennio, quali per esempio, faccette estetiche dei denti anteriori ma soprattutto sbiancamenti dentali.

Il “dental bleaching” definizione che deriva dal verbo “candeggiare”, è l’insieme di prodotti, processi o procedimenti le cui azioni consentono di rimuovere le discromie endogene.
Si tratta di un processo di schiarimento di smalto e dentina, che consiste nelle rimozione dei pigmenti presenti sulle superfici dentarie e all’interno degli stessi. L’incessante aumento della domanda di trattamenti cosmetici del sorriso ha portato il Consiglio dell’Unione Europea a modificare la direttiva 76/768/CEE relativa ai prodotti cosmetici. Con la direttiva 2011/84/EU per i prodotti contenenti perossido di idrogeno in concentrazione dallo 0,1% al 6% sarà necessaria una visita odontoiatrica, per assicurare l’assenza di fattori di rischio o patologie orali, e un primo trattamento eseguito da un operatore odontoiatrico, qualificato allo scopo di incrementare la sicurezza del paziente.
Tale normativa non è ancora stata vagliata dal Governo italiano, pertanto l’obiettivo di questo studio è stato quello di valutare l’efficacia e la recidiva di due prodotti per lo sbiancamento dentale professionale rispettivamente al 6 e al 25% di perossido di idrogeno.

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Ipomineralizzazione: un rischio in espansione per i denti dei più piccoli. I consigli da SIOI

Si chiama Molar Incisor Hypomineralization (MIH) e, se non diagnosticata precocemente ed intercettata, può portare a quello che viene definito “post eruptive breack-down”, ossia alla frattura dello smalto dei denti. Coinvolge  i primi molari permanenti e gli incisivi sin dall’età pediatrica.

È una patologia in espansione che colpisce i bambini già a partire dai 6 anni quando erompono i primi  denti permanenti ma può interessare anche i molari da latte.  La MIH è diffusa in tutto il mondo con prevalenze diverse riportate in letteratura e che variano in media dal 3% al 25%.

“È un quadro clinico che oggi osserviamo frequentemente, caratterizzato da una ipomineralizzazione  dei denti. Si tratta di un difetto qualitativo dello smalto che tende ad aggravarsi nel tempo . I denti ipomineralizzati – spiega la prof.ssa Raffaella Docimo, presidente della Società Italiana di Odontoiatria Infantile – si presentano con macchie bianco-giallastre o marroni, sono sensibili al caldo e al freddo, durante la masticazione e le manovre di igiene orale e, a causa della anomala  porosità dello smalto possono andare incontro a cedimento strutturale delle aree colpite”.

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Semplici misure di salute orale potrebbero migliorare le prestazioni degli atleti

LONDRA: Ricercatori britannici hanno pubblicato una dichiarazione congiunta da cui si evince quale implicazione abbiano i problemi dentali nella pratica sportiva. Grazie ad una quarantina di ricerche sul tema hanno infatti scoperto che, a causa della dieta particolare degli atleti e dello stress negli allenamenti, negli atleti più in vista la salute della bocca lascia piuttosto a desiderare. Favorendo una miglior cura quotidiana della bocca, si potrebbe tuttavia, fare in modo di migliorare non solo lo stato di salute della bocca ma le stesse prestazioni atletiche.

I risultati delle ricerche effettuate sono in linea con altre risalenti ai Giochi Olimpici del ‘68, che avevano già segnalato problemi orali negli atleti, anche se molte malattie orali possono essere prevenute. Gli studiosi auspicano pertanto l’adozione di strategie preventive e di sviluppo della salute della bocca in questa fascia di popolazione. Dalla ricerca risulta che il 15-75 per cento degli atleti è affetto da carie, il 15 per cento ha sofferto di moderata o grave parodontite, il 36-85 per cento da erosione dentale e il 5-39 per cento ha avuto problemi ai molari. Inoltre, dal 14 al 57 per cento di atleti ha riportato traumi dentali a seguito dell’attività sportiva.

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La salute orale dei pazienti ortodontici potrebbe essere migliorata grazie ai batteri probiotici

SONGKHLA, Tailandia – Un nuovo studio ha fornito evidenze supplementari sui benefici dei batteri probiotici contro un gran numero di disturbi orali. In Tailandia i ricercatori hanno recentemente scoperto che i Lactobacilli in modo particolare potrebbero aiutare a ridurre i livelli dei Mutans Streptococchi, i quali possono essere causa di carie dentale, specialmente in pazienti soggetti a labbro leporino e palatoschisi con apparecchi ortodontici fissi.

Lo studio ha coinvolto 30 pazienti con labbro leporino e palatoschisi che si sono sottoposti tra giugno e agosto 2011 al trattamento con apparecchi ortodontici fissi per una durata di almeno 3 mesi con attacchi su almeno 20 denti permanenti. Per un periodo di 4 settimane consecutive, la metà dei pazienti ha consumato latte in polvere con Lactobacillus probiotico paracasei SD1 sciolto in 50 ml di acqua una volta al giorno, mentre la restante parte dei pazienti ha ricevuto la stessa quantità di latte in polvere ma senza i batteri probiotici.

Dall’analisi dei campioni di saliva dei partecipanti, i ricercatori hanno osservato una significativa riduzione di Mutans Streptococchi nella saliva del primo gruppo di pazienti dopo un periodo di quattro settimane. Inoltre, hanno potuto constatare un significativo incremento di Lactobacilli nella saliva di questo gruppo.

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È provato il collegamento tra l’assunzione degli antidepressivi e il fallimento degli impianti dentali

MONTREAL – Le ricerche hanno dimostrato l’SSRI (Selective serotonin reuptake inhibitors, uno dei farmaci più ampiamente usati per il trattamento della depressione in tutto il mondo, può aumentare i rischi di fallimento degli impianti. L’antidepressivo era già stato associato ad una crescita ridotta dell’osso e all’aumento di rischio di fratture ossee.

I ricercatori della McGill University hanno passato al setaccio le cartelle di 292 femminile e di 198 pazienti maschi nella fascia di età compresa tra i 17 e i 93 anni, che avevano ricevuto gli impianti dentali tra il gennaio del 2007 e del 2013. In totale sono stati esaminati 916 impianti dentali, di cui 94 applicati a 51 pazienti che facevano uso dell’SSRI.

Durante il periodo di osservazione 868 impianti non hanno avuto conseguenze mentre 48 sono andati incontro al fallimento.

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